domenica 4 settembre 2011

Uno per tutti, uno per tutti e basta

CortWarwick_Alessandro R.  Roma, 28-07-2009

La guardava scendere dalle scale col solito passo abbondante, così strascinato  da spingere ogni volta le piante ben oltre il dente del gradino. E lui restava lì, ai piedi della rampa con un sorriso smanioso sulla faccia, scrutando le dita  della compagna pensili sul vuoto, assuefatte chissà come a quella quotidiana andatura acrobatica.
-L' omicidio migliore è quello che sfrutta le caratteristiche della vittima contro di essa. - Se l'era ripetuto fino alla nausea questo mantra adulatorio.
Si era accostato ai titani alfieriani del romanticismo, aveva indossato i panni del Raskolnikov di turno e quelli di un Prometeo moderno; si era convinto a sacrificare la propria esistenza individuale in favore di quella di molti. - Uno per tutti, uno per tutti e basta   si era detto.
Aveva preso una casa in campagna, ad un'ora di macchina dal più vicino centro abitato. L'aveva agghindata cautamente per renderla qualcosa di più di una scena del crimine e poi non aveva fatto altro che attendere il giorno del loro settimo anniversario.
Il piano era semplice: invitarla a festeggiare lontano dal caos degli uffici; svegliarla e chiamarla in giardino al mattino presto, quando il sonno pesante ne avrebbe ovattato qualsiasi capacità critica ed infine bagnare ciascuno scalino fino al quartultimo, quello precedentemente limato dei tre centimetri e mezzo sufficienti a sbilanciare il baricentro di un piede 38. Nessun paramedico avrebbe contestato dieci minuti di ritardo alla chiamata di un marito scioccato. Un uomo sconvolto dal ferimento della moglie nel corso di una vacanza romantica era pur sempre un ottimo stereotipo dietro al quale ripararsi e la grande distanza tra abitazione ed ospedale avrebbe fatto il resto. Persino l'acqua sulla scala sarebbe evaporata in fretta.
 
 
 
Colei che in quell'istante procedeva in direzione della propria scomparsa non era una donna comune, era "O' Direttore", la fondatrice della seconda industria mobiliare del paese. Insomma, quella che stava per picchiare a terra era una cassaforte di carne e kashmir da mezzo miliardo di Euro e solo a pochi intimi era nota anche la scia di persone schiacciate per giungere a quel patrimonio. Molto probabilmente solo al suo unico amore.
Sappiate che la loro era una coppia di contrappeso, stretta in un'intensa simbiosi amorosa atta a compensare le coscienze di due persone ciniche, dure ed ambiziose come poche altre. 
Ma non in tutto erano uguali.
Fin dai tempi in cui si era bastato avvocato ,  negli incubi notturni di lui si erano affacciati timidi propositi di redenzione. 
Quella donna che solo ed esclusivamente per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa lo aveva in realtà contaminato di  una brama che non gli apparteneva e da onnipotente amante si era scoperto dipendente dal suo stesso controllo, maturando in chissà quale occasione la decisione di una svolta per entrambi: i soldi che loro erano costati alla società sarebbero tornati a quest'ultima. 
Un delitto, la morte di una e il rimorso dell'altro, sarebbero stati la contropartita dolorosa di un vero ed universale atto di benevolenza, l'unico gesto realmente in grado di saldare un debito col mondo così enorme da sembrare inconsistente.
Ogni singola moneta sarebbe finita a chi non ne aveva e il denaro di due, così frantumato nelle tasche riempite di molti, forse avrebbe finalmente perso la propria accezione negativa. 
Dopotutto se preso in minima dose, quel contante sarebbe diventata la cucchiaiata di veleno giornaliera necessaria a salvare la vita.
                                                       
                                                      * * *
 
Le piante della moglie erano ormai inzuppate e accennarono a uno slittamento all'altezza della metà della rampa.
Protetto da uno sguardo impalato, il marito continuava ad alternare maledizioni introspettive a continui slanci di risolutezza , derivanti perlopiù dalla segreta speranza di aver preso l'unica decisione capace di riscattare entrambi. Immaginava di tanto in tanto, nel corso dell'interminabile discesa, le scene che sarebbero seguite alla morte di lei. In particolare lo sollevava pensare al gesto surreale di un poliziotto che scriveva alla voce “movente del delitto” la parola “salvezza”. Vagheggiava persino di una foto che al posto del suo volto recava l'immagine di un agnello sacrificale e finiva quasi sempre per ridacchiare con se stesso. Ma forse quegli attimi di alienazione non erano altro che la difesa naturale che ogni uomo frappone al dolore di dentro.
Un'ultima riflessione  balenò nella mente dell'uomo mentre la moglie si apprestava a tagliare il suo penoso traguardo. Una catena illuminante di associazioni si stava materializzando nel suo cervello, anello dopo anello, componendo una spirale destinata a fendere irrimediabilmente le sue più profonde aspirazioni di redenzione con l'amerazza della disillusione. Fu come fare un passo indietro dentro se stessi e guardare il proprio io come la parete ricoperta da un mosaico del quale fino ad ora si erano scorte solo poche tessere.
 
 
Sacrificio-Agnello-Pecora-Pastore-Buon Pastore-Abbandono del gregge- Salvezza della sola pecora smarrita.
 
 
Aveva fallito in ogni cosa! Aveva scelto di ammazzarne una per gratificarne una moltitudine, senza capire che lui stesso avrebbe dovuto tentare di recuperare quella singola, irripetibile persona perduta, per il destino di tutti.
 
Intanto fu tempo del quartultimo gradino...
 
Il piede destro si staccò dalla linea tagliente del ciglio, nuotando nell'aria. Il sinistro cedette subendo il peso del corpo come una scossa e la falcata si divaricò, non molto, quel tanto che bastava per atterrare sulla piattaforma del gradino successivo sana e salva.
Un paio di passi e la moglie concluse la rampa.
 
 
La donna arrivò, aggirò il volto di lui e gli accostò i seni sulla schiena. Allacciò le braccia intorno alla vita del suo uomo e sporgendo il collo in direzione dell' orecchio sinistro gli sussurrò:
 
-Come mi hai uccisa stavolta? -
-Da una scala- rispose lui.
-E' stata  una cosa un piuttosto complicata

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