sabato 10 settembre 2011

volevo scrivere una poesia sull'Identità

Spezzati e sparsi sui versanti della lente
lo sguardo altrui ci dosa omuncoli o giganti
e se la tana è nell’incavo degli specchi
comunque non è intatta la nostra identità:
è vergine piuttosto per mancata appartenenza
allestita ad offerta è teatro di posa.
 
Per questo non rivendico le mura ai molti attori
Perché al custode non manchi mai lavoro.
L’imbroglio è persino un buon compagno
per chi chiama morte e nascita: “Mistero”.

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